2018 – Anima Mundi

Duomo di Chivasso

Possiamo sicuramente definire Chivasso “Città d’arte”, non soltanto perché è terra di numerosi bravi e celebri artisti, ma anche perché ama accogliere nei suoi spazi espositivi sia pittori emergenti sia rassegne di fama nazionale ed internazionale. È il caso della mostra “Anima mundi”, ospitata nella prestigiosa Galleria di Palazzo Luigi Einaudi. Nelle sue sale espositive trovano spazio rilevante le opere di un’artista contemporanea di grande valore, la torinese Elisabetta Miniotti Viarengo, pittrice ed incisore. La nostra Amministrazione è orgogliosa di annoverare tra gli artisti che sono passati a Palazzo Einaudi, struttura che ha segnato passi importanti nella storia chivassese, anche la Miniotti Viarengo. Ed è altresì convinta che “Anima Mundi”, curata da Gianfranco Schialvino, avrà lo stesso successo di pubblico attribuito alle migliori mostre che l’hanno preceduta.

Il Sindaco
Claudio Castello

Uno Spicchio di Eden.

di Bruno Quaranta

«Je gratte beaucoup». In questo è magrittiana Elisabetta Viarengo Miniotti. Levare e levare ancora è la sua divisa. Fare silenzio. E così «auscultare». Non le umane, ma disumane, ossia stolte, ossia bacate, voci. È lo spinoziano «Deus sive natura», semmai, ad avvolgerla, a sor- reggerla, a ispirarla. C’è, in Elisabetta Viarengo Miniotti, una sicura, indelebile orma. Un’ascendenza nitida. Un «maggiore» che la scorta: Giacomo Soffiantino, l’ultimo naturalista, il mentore nel vergiliato tra boschi, acque, giardini. Ogni opera un vis-à-vis, un corpo a corpo con il mistero, in agguato la luce, in agguato le tenebre. Che cos’è, che cosa supremamente deve essere un artista se non un esploratore, un inviato nell’Ignoto, un acrobata sul filo – se occorre – dell’assurdo, credendo – se occorre – all’assurdo perché tale? Elisabetta Viarengo Miniotti esige un’attenzione meticolosa, uno sguardo al diapason, una «religiosa» statura. Calandosi, compenetrandosi, come lei vuole, fortissimamente vuole, nel Creato, nel suo alfabeto simbolico, nella genealogia del senso, estraneo, beninteso, alle ovvie tessiture. C’è un respiro fantasmatico nell’atelier di Elisabetta Viarengo Miniotti. Una «prodigiosa» tensione. Un’ansia di «altrove», qua e là così intensa da sfiorare lo spasimo. Come non riandare a Nicolas de Staël citato da Roberto Tassi (quando c’era la critica): «Per tutta la vita ho avuto bisogno di pensare alla pittura, di vedere quadri, di fare della pittura per aiutarmi a vivere, di liberarmi da tutte le impressioni, tutte le sensazioni, tutte le inquietudini alle quali non ho mai trovato altro scampo che la pittura». È una visionaria, Elisabetta Viarengo Miniotti. Ma non del reale. Avendo varcato il tenue muro fra il qui e ora e il mondo che sulle carte geografiche non esiste, un mondo, chissà addirittura a prova di mappa. Via via intuendo, captando, intravedendo, svelando, al lume della montaliana fermezza: «Ora non domandarmi perché t’ho identificata».
Elisabetta Viarengo Miniotti e la sua scommessa. Giorno dopo giorno, di olio in incisione conquistando uno spicchio di eden, di meraviglia, di bellezza. C’è anche una bella estate e un treno che va e un nuotatore irriducibile al naufragio nel suo carnet. Perché firmare la resa?

...e il treno va
olio su tela - 100 x 100 2006

ELISABETTA VIARENGO MINIOTTI
di Gianfranco Schialvino

e l’arte è sempre espressione della società che la produce, allora siamo proprio messi male. Per fortuna di tanto in tanto si incontrano artisti alquanto singolari, che rappresentano il tempo in cui vivono, senza dimenticare la storia dalla quale provengono»
(Umberto Eco)

Sofismo


Non escludo affatto la volontà di un malcelato accento polemico nel proporre alcune considerazioni che reputo essenziali per capire oltre mezzo secolo di “buona” pittura nell’opera (questa esposizione ne condensa gli ultimi trent’anni) di Elisabetta Viarengo Miniotti.

Premessa

L’arte contemporanea continua a godere di un’immensa fortuna sul mercato.
In effetti, da quando la fotografia ha svincolato la pittura dalla rappresentazione imitativa del vero (e questo fu un autentico stravolgimento delle regole), e portò alla nascita dell’arte moderna e alla scoperta …….

… e il treno va – olio su tela – 100 x 100 – 2006

Figura nel giardino
Figura nel giardino- olio su tela – 70 x 70 – 2017