1999 – Pastelli – Fluttuanti Immagini

Fluttuanti immagini

Testo di Angelo Mistrangelo

“…accoglie odor di mare. E voli di colombi”

Sandro Penna

I boschi percorsi da lamine di luce e le parvenze figurali sui fondali, rappresentano i due momenti espressivi attraverso i quali Elisabetta Viarengo Miniotti “scrive” la sua singolare visione di una realtà colta con lirico incantamento.

Una realtà sapientemente risolta mediante la fitta trama dei segni che si dispongono sulla superficie del foglio di carta, reinterpretata secondo la suggestiva tessitura delle acqueforti, rielaborata, in tempi recenti, con il delicato impiego delle matite colorate. E il colore ha assunto, in questa ultima fase, il valore di una tecnica dalle limpide cadenze musicali, la capacità di trasformare l’azione, forte e penetrante, di un nuotatore in un atto liberatorio, una sfida con la natura, la volontà di tradurre l’ampia apertura delle braccia nello stile a delfino in una gestualità intensa che sembra scandire il linguaggio dell’artista. Gesto e sottile emozione, trasparente profondità dell’acquatinta e l’azzurro polverizzato nella luce della matita, suggeriscono una ulteriore chiave di lettura della ricerca della Viarengo Miniotti, del suo continuo, inesausto, controllato approfondimento tecnico che le ha permesso di approdare a significative pagine di una figurazione che sfuma in un meditato astrattismo.

Pernice
Pernice – pastello – 19,5 x 18 – 1999

Un astrattismo dove nulla è affidato al caso, ma dove ogni segno, ogni intervento con il bulino, ogni morsura, concorrono a delineare le “Luci nel bosco”o il “Trittico di primavera”, gli alberi o una farfalla, in una sorta di “scrittura” che ha fatto dire a Francesco De Bartolomeis: “..In ogni caso il modo di costruire immagini è fragile e forte insieme, mediante il segno che genera colori su un illuminato numero di piani”. E dall’intreccio dei rami e degli arbusti, il discorso della pittrice si affida, per altri versi, alle fluttuanti immagini delle nuotatrici, ai fondali ricchi di vegetazione, ai giochi nell’acqua che uniscono il gesto sportivo all’armonia delle forme, che scivolano lievi fra onde e barriere coralline e rocce Al di la dei sottesi riferimenti al tuffo di un atleta o a una radura con svettanti betulle, l’indagine della Viarengo Miniotti è funzione della luce e nella luce ritrova luoghi quasi cancellati dalla memoria,”scopre” il fascino di un incontro o di un immanente silenzio che tutto copre e fatalmente occulta, ritrova sopite sensazioni. Una luce che s’insinua impercettibile, polverizzata, misteriosa fra i frammenti di paesaggio, il turbinio delle acque, le aperte radure che l’accolgono in tutto il suo magico splendore. E in questo ricondurre il segno a una interiore verità, l’artista ricompone i diversi attimi dell’esistenza nello spazio del quadro con leggerezza, con il segreto incanto di un sogno che si fa testimonianza delle inquietudini esistenziali, mentre le acque appaiono “come nidi di presenze paniche e metamorfiche, totalmente consustanziate nel gorgoglio segnico” (Franco Fanelli). Luci e segni e sottili cromie, in rarefatte atmosfere.


Pastelli - Gianfranco Schialvino
Pastelli – Gioco sapiente di tocchi policromi di Gianfranco Schialvino sul Corriere dell’Arte

Testo di Paolo Levi da La Repubblica n. 228

La personale di una pittrice che opera conil pastello con capacità di mano. In effetti il segno grafico della Viarengo è confondibile con quello del acquaforte. Nella personale di Chieri, che chiuderà i battenti il 9 novembre., sono e sposti una quindicina di fogli, microscopici come il «Trittico di primavera e più grandi come «Corallo rosso», immagine racchiusa in un foglio lungo e stretto. Ogni carta ha le proprie dimensioni per accogliere il tema prescelto. Sono rappresentazioni figurali di chi ama trasfigurare il reale, apportandogli un decoro di coloriche non hanno nulla da spartire con il vero, ma solo con il poetico. Pagine di un diario di chi controlla un mare grigio, di chi sa esaltare in chiave astratta un gioco d’acqua. Come scrive Angelo Mistrangelo, si tratta di lavori che porgono una “fitta trama di segni” ben disposti sulla superficie del foglio.


Micromacrocosmo - Francesco De Caria
Testo di Francesco De Caria su Iride.To