1989 – Radure

Radure - Galleria Arte Club

Radure

Elisabetta Viarengo Miniotti

Galleria Arte Club

Via della Rocca 39

Torino

“Va molto bene copiare quel che si vede, molto meglio disegnare quello che non si vede, se non nella memoria”

E Degas

Testo di Beppi Zancan

Cita, la Viarengo Miniotti, una frase di Degas; “Va molto bene copiare quel che si vede, molto meglio disegnare quello che non si vede, se non nella memoria”. Con buona pace di Degas, è una frase fuorviante, perchè in realtà, anche di fronte al vero, un artista (come ogni altro buon mortale) non vede quello che vede, ma quello che la sedimentazione nel tempo di infiniti sguardi gli “fa” vedere. Non vi è pittore, quindi, che non lavori “di memoria”; e dal suo tipo di memoria dipende il grado di realismo delle sue opere. La riprova di ciò è proprio in questi bellissimi acquarelli (tutti dello scorso anno); ricchi di dettagli, di colori e sfumature che corrispondono al vero e lo suggeriscono in modo quasi scientifico. Ma insieme ne estraggono la partitura musicale, l’ossatura essenziale. Fanno pensare all’arte dei giapponesi e a quei maestri europei che dall’oriente trassero nuova linfa, come Klimt, per esempio. Mi spiace raggiungere questa mostra soltanto nei suoi ultimi giorni, perchè è una delle più belle della stagione e conclude degnamente l’anno della galleria Arte Club che sempre sa scegliere artisti ed opere di raffinata qualità e di umana esistenza, al di la di ogni facile pretenziosità avanguardistica. Elisabetta Viarengo Miniotti è una acquerellista di grande valore (così come si muove con sicurezza con gli attrezzi dell’incisione, che con l’acquarello ha strane ma indiscutibili parentele. Il soggetto di questi grandi fogli è sempre lo stesso: un gruppo di alberi ai limiti di una radura boschiva, colti nel loro intrigo di rami e chiazze di luce. La tecnica sapiente ed il gesto meditato nulla tolgono alla franchezza dell’ immagine che sembra “cantare” nell’armonica musicalità delle tinte e dei tasselli. una sua malinconica ballata: così che chi le osserva ne rimane ammaliato e “consolato”. Qualche dipinto ad olio. pur nello stesso tema. rimane al di fuori della mostra, che mi sembra completamente esprimersi con gli acquerelli.