Le pagine incise e la pittura di Elisabetta viarengo Miniotti

Testo di Angelo Mistrangelo

Artista estremamente riservata e sensibile nella resa dei soggetti trattati, Elisabetta Viarengo Miniotti è scomparsa in questi primi giorni di giugno. Torinese e allieva di Giacomo Soffiantino all’Accademia Albertina, ha frequentato il Corso di Tecniche Sperimentali del Centro Internazionale della Grafica di Venezia di Riccardo Licata, raggiungendo una misura espressiva che sin dal 1975 si poteva cogliere in occasione delle mostre personali e collettive. Il suo discorso affonda le radici nel territorio, negli aspetti natura, nelle «piccole cose» quotidiane che appartengono a una narrazione scandita da sottili emozioni e da interiori riferimenti esistenziali. E così una betulla, un’onda che si frange sulla scogliera, i corpi che affiorano dall’acqua alla luce, costituiscono alcuni dei momenti di un dialogo continuo ed inesausto tra l’artista e l’ambiente, il sogno e la realtà, il gesto e la tecnica. Vi è in questo suo racconto la volontà di lavorare all’insegna di una ricerca che tende verso nuovi linguaggi, percorsi da vibranti sensazioni che attraversano il tempo. Autrice del «Palio di Susa» e della «Pergamena d’autore» per il Palio di Asti, Elisabetta Viarengo Miniotti ha esposto in mostre antologiche a Carmagnola, Susa e Chivasso («Anima Mundi») e, in particolare, ha partecipato a numerose iniziative espositive nazionali e internazionali promosse dall’Associazione Piemontese Arte di Riccardo Cordero, Promotrice delle Belle Arti al Valentino, Piemonte Artistico e Culturale, Pinacoteca Comunale di Rubiana e Civica Galleria Contemporanea Filippo Scroppo di Torre Pellice. E ancora, Museo della Sindone, Collegio San Giuseppe e Associazione Senso del Segno, come si rileva dal catalogo della rassegna «20 anni di Senso del Segno 1996-2016» alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Pittura e incisioni, quindi, di una stagione che rimane nella memoria con tutto il fascino del segno, delle morsure, delle immagini che delicatamente scorrono sulle pagine del diario dei ricordi, delle inaugurazioni, delle sperimentazioni nello studio torinese fra barattoli di colore, pennelli, fogli.