Settembre 2023 – ELISABETTA VIARENGO MINIOTTI – Incanti di Realtà Vissuta

Mostra retrospettiva dell’artista Elisabetta Viarengo Miniotti.

Comunicato stampa

Incanti di realtà vissuta” Mostra retrospettiva dell’artista Elisabetta Viarengo Miniotti.

L’Associazione “Padre Diego Donati o.f.m.” vuole rendere omaggio ad Elisabetta Viarengo Miniotti con la rassegna ospitata presso la Galleria Diego Donati come segno di gratitudine e riconoscimento per le sue abilità artistiche.
L’inaugurazione della rassegna avverrà sabato 16 settembre 2023 alle ore 17.00 alla presenza del Sig. Guido Viarengo, figlio dell’artista e di sua moglie Sig.ra Floriana Renna, nelle sale espositive della Galleria Diego Donati in Via Monteripido, 8 Perugia.
La mostra “Incanti di realtà vissuta” presenta un escursus sulla produzione incisoria dell’ artista dagli anni Ottanta alle opere degli ultimi anni.
Il cammino artistico di Elisabetta Viarengo Miniotti, si rivela con immediatezza nella sensibile contemplazione degli elementi naturali, percepiti con il rigore della disegnatrice e la lirica emozione della ricercatrice.
Attraverso i decenni, cicliche sequenze tematiche hanno cadenzato l’evoluzione operativa e stilistica dell’artista, dagli “Interni” alle “Composizioni” ai “Boschi” alle “Acque” fino ai “Nuotatori” un mondo tracciato in pittura ed in incisione a testimonianza di una realtà pensata e vissuta.
Dal 1980, anno in cui intraprende l’attività incisoria, ha realizzato più di 250 matrici e Ex-Libris, eseguite principalmente con la tecnica dell’acquaforte e stampate in proprio. I soggetti prediletti sono il paesaggio e la figura.
Elisabetta Viarengo Miniotti è annoverata fra i maestri torinesi dell’arte incisoria, intenta a sperimentare quanto si possa esprimere a partire da una lastra incisa.
Oltre ad aver allestito mostre personali in prestigiose gallerie in Italia e all’estero, ha esposto su invito in importanti rassegne e mostre internazionali.
Il suo lavoro è documentato a cura dei più importanti critici e storici dell’arte.

La mostra a cura di Ada Donati sarà visitabile dal 16 al 30 settembre 2023, ore 16.00/18.00. Chiuso domenica e lunedì.

Venezia – acquaforte acquatinta, su zinco, 318 mm. x 245 mm. 1984

Presentazione di Mimmo Coletti

Ecco, la carta bianca subito diventa la lavagna dove bloccare i sogni, incidere le emozioni, passare da uno stato di quiete a un lavorio che tutto significa per chi abbia in mano e in mente il destriero alato della creazione. Non altrimenti sono fiorite le opere di Elisabetta Viarengo Miniotti sempre appese al filo dorato dell’espressione gelosa, perché nata solo e davvero nell’intimo e dunque propria, autonoma fino all’estremo, significativa sempre per essere un vessillo da far garrire senza esitazioni.

Grafiche d’autore, di una maestra conclamata dal cammino dorato per esiti superbi, tecnica al servizio dell’idea, immagini trasformate in autentiche pietre miliari e, senza esagerare neppure un attimo, voli nei cieli stellati di una bellezza che è canto dell’anima. Si è di fronte a un’artista purissima che ha donato memorie e intensità, note e tessiture di segni, candenti latitudini di libertà e un reticolo di nature e oggetti dominati. Scrive, elabora, perfino canta ed esalta quel che ha visto e rammentato con il terzo occhio tibetano, quello della saggezza, del dominio di sé, dell’approdo a spiagge sideree. E dunque il corpus si sfoglia tra immediati incanti e folgorazioni, ed è un sottofondo musicale da Mozart ad Arvo Part a far da cornice al contrasto tra le chiarità e i gorghi di scuri in cui immergersi a capofitto, tra il candidus romano e il nigrum, lucenti e smaglianti.

Eccetto quella dedicata a Venezia e ai suoi simboli, le grafiche hanno formati più ridotti, quasi per dar modo, sembra, allo sguardo di soffermarsi ad assaporare i particolari, le sfumature, i tratti che generano labirinti calcolati, geometrie, pulviscolo di intersezioni miniate. In cosa mai si fonda la realtà? Esiste una dizione che possa comprendere nella totalità del tutto estrae la visione generalizzata ? Certamente no, ognuno estrae il ricordo antico, i sospiro, il palpito del vento, il colore smarrito e ritrovato, quel volto e quelle parole, vede in un certo modo assoluto e per questo ogni artista degno del nome si isola, diventa un nitido creatore di un universo privato. Qui si è in presenza non di una realista, non di una diretta traduttrice dell’esistente invece di una raffinatissima “padrona” delle sue costellazioni tra pensiero, entusiasmi, dolori fino a un raggiunto non figurativo che è logica conclusione del percorso.

Qua e là vengono a galla agganci, quasi richiami, col vissuto ma centellinati in più e più lastre. Il regalo che ha lasciato Elisabetta (sia concesso citarne il solo nome) è inconfondibile e pregiato: una scia di emozioni, di palpiti, di intermittenze del cuore che solo un animo sensibile può registrare. Accade, pur se non a tutti, di chiudere gli occhi e trovarsi in altro luogo, in altra dimensione, in altri luoghi. Accade così anche ora, l’itinerario della sapienza grafica è segnato, il silenzio incombe, la gioia avvampa. E delicato diventa abbandonarsi al sottile piacere di ciò che resta del giorno.

Mimmo Coletti

Giardino
Giardino – Acquaforte su zinco, 250 mm. x 600 mm. – 2013

Testo della curatrice Ada Donati alla chiusura della mostra